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alcune delle più importanti ichnofacies utilizzate in Stratigrafia delle facies e analisi dei paleoambienti.

Il concetto di icnofacies di Seilacher (1964; 1967) riguarda un'associazione di tracce fossili ricorrente nel tempo e nello spazio, direttamente correlata alla batimetria, salinità, caratteristiche del substrato (vedi Fig.53). Originariamente quattro delle sei icnofacies furono correlate principalmente alla batimetria: Skolithos, Cruziana, Zoophycos e Nereites. La quinta è stata correlata con superfici indurite dovute a omissione o erosione (Glossifungites), mentre la sesta (Scoyenia) è caratteristica di ambienti non-marini (red beds). Successivamente furono introdotte altre icnofacies: Trypanites per suoli molto duri o rocciosi (Frey & Seilacher, 80) e Teredolithes per quelli lignei (Bromley et al.84). Proprio di recente nuove icnofacies (e sub-icnofacies) sono state aggiunte: tra queste la principale è Arenicolites per eventi sabbiosi colonizzati in modo opportunistico, Mermia per torbiditi d'acque dolci, Psilonichnus per certi retrospiaggia tropicali in cui compaiono anche tracce di vertebrati.

1.Caulostrepsis; 2 Entobia; 3 echinoide; 4 Trypanites; 5 Teredolites; 6 Thalassinoides; 7-8 Gastrochaenolites; 9 Diplocraterion; 10 Skolithos; 11-12 Psilonichnus; 13 Macanopsis; 14 Skolithos; 15 Diplocraterion; 16 Arenicolites; 17 Ophiomorpha; 18 Phycodes; 19 Rhizocorallium; 20 Teichichnus; 21 Planolites; 22 Asteriacites; 23 Zoophycos; 24 Lorenzinia; 25 Zoophycos; 26 Paleodictyon; 27 Taphrhelminthopsis; 28 Helminthoida; 29 Cosmorhaphe; 30 Spirorhaphe. (mod Frey & Pemberton, 85).
Fig.53
La consistenza del substrato e le ichnofacies (Fig.54): recentemente attorno agli anni 80-90 nuovi studi sulle successioni stratigrafiche hanno evidenziato l'importanza della consistenza del substrato nell'influenzare le attività dei bioturbanti e quindi nel diversificare le ichnoassociazioni nelle varie ichnofacies (mod. da Bromley & Asgaard, 1991). Dalla Fig.54 si nota come procedendo dalla piattaforma continentale (shelf) e procedendo lungo lo slope fino al rise e alla piana di bacino, si possono incontrare diverse ichnofacies; esse variano in funzione dei differenti tipi di substrato tipo i depositi gravitativi torbiditici oppure fanghi da decantazione e quindi depositi formati secondo energia variabile sul fondo marino (Fig.55) anche lungo una stessa fascia batimetrica.
Fig.54
Fig.55
L'icnofacies Trypanites (Fig.56) sembra caratterizzare i substrati induriti, rocciosi o litici (hard-rockground) (Frey & Seilacher, 80). Può essere rappresentata da molte forme diverse (vedi in basso) e ritrovarsi in certi accumuli molto cementati di spiaggia (beach rocks), o in hardgrounds sottomarini particolarmente cementati, dovuti a omissione o non-deposizione per lungo tempo. Bisogna fare attenzione a non confondere l'ichnogenere con l'ichnofacies. Infatti, mentre per esempio l'ichnogenere Trypanites singolo si può ritrovare in hardgrounds sviluppati al tetto di depositi tempestitici distali anche in facies di bacino (es. Rosso Ammonitico), l'ichnofacies Trypanites, nel suo complesso (Fig.57), ha un altro significato come appunto sopra indicato.
Fig.56
Fig.57
L'icnofacies Glossifungites (Fig.58) (vedi Fig.59 per gli ichnogeneri tipici) viene considerata da Pemberton & Frey, (1985) caratteristica di superfici di omissione indurite (firm-hardground), esposte per un periodo anche lungo o riesumate, quali discontinuità erosionali, superfici di omissione o di non-deposizione, con crescita ma senza movimento dei tracciatori. Le fasi potrebbero essere: a) il substrato fangoso è sepolto e l'acqua spremuta via fornendo, ad una certa profondità, un substrato compattato, indurito; b) viene riesumata per erosione la porzione di substrato più dura; c) su di essa si imposta la icnofacies Glossifungites, in condizioni marine, durante lo hiatus deposizionale; d) le strutture vengono riempite passivamente (es. da sabbia grossolana o ciottolame) durante un episodio successivo ad esempio una tempestite (mod. da McEachern et al.92).


L'icnofacies Glossifungites demarca superfici di discontinuità; il substrato fangoso (colore più chiaro in Fig.60a,b) viene sepolto e compattato per espulsione d'acqua; in seguito viene riesumato per erosione (ancora più compatto per avanzata cementazione), e colonizzato in condizioni marine durante uno hiatus deposizionale (Skolithos a sinistra e Diplocraterion parallelum =D a destra); infine le strutture perforanti lasciate vuote vengono riempite istantaneamente e passivamente da sabbia (vedi Fig.60b) o altro detrito grossolano durante l'episodio successivo che segna la ripresa della sedimentazione (mod. da McEachern et al.92).
Fig.58
Fig.60a
Fig.60b
Fig.59
L'icnofacies Skolithos (Fig.61) è caratteristica di condizioni di alta energia (es. tipica di un ambiente infralittorale, o più esterno ma dominato dal moto ondoso o da tempeste nell'offshore, più raro nello slope a torbiditi, Fig.62), dove il fango e il sedimento sabbioso-siltoso sono ben selezionati, e soggetti ad erosione o deposizione molto rapide, le cosiddette "shifting sands" (Frey et al.90; Pemberton et al.92). L'enorme bioturbazione (sebbene l'icnodiversità sia bassa) è dovuta a bivalvi sospensivori e vermi, la cui attività sul sedimento viene continuamente distrutta dall'azione fisica intensa dell'ambiente. Molte tracce (domichnia + equilibrichnia) si conservano fortuitamente o sono legate a burrow profondi dovuti a stazionamento in profondità nel sedimento ben ossigenato (endobentos).
Fig.61
Fig.62
L'icnofacies Cruziana (Fig.63) secondo Frey & Pemberton (1985) caratterizza la zona che va dalla base d'onda della bella stagione fino a quella di tempesta, con icnodiversità alta e preservazione selettiva dei livelli bioturbati superiori (tiers dovuti a sospensivori e detritivori) a seconda delle condizioni ambientali; essendo la velocità di deposizione in genere assai elevata, sono comuni le tracce di fuga verso l'alto in sedimento disposto in lamine dalle correnti e dal moto ondoso, e gli spreiten (3-7). Nei sedimenti del Mesozoico e Cenozoico è comune Thalassinoides (5).
Fig.63
Sebbene le due icnofacies Zoophycos (Fig.64) e Nereites (Fig.65) siano entrambe caratteristiche di paleosubstrati marini soffici e fangosi, secondo diversi autori la Ichn. Zoophycos si differenzia per una complessiva minore batimetria dei sedimenti bioturbati e per il grado di energia dell'ambiente un poco più elevato rispetto alla ichn. Nereites. I.Z. si ritrova in facies deposte al di sopra dello slope lungo tutto lo shelf, eccezionalmente anche presso la linea di costa (nearshore). Le profondità sono quindi assai variabili (Frey & Pemberton,85), per lo più tra 500-4000m; per altri autori le tracce più superficiali nel sedimento e con solo 20-30cm di diametro sono quelle di mare molto profondo o abissale (Wetzel,83; Ekdale et al.84). Le icnoforme a bassa diversità di questa icnofacies Z. caratterizzano un ambiente deficiente in ossigeno e si sviluppano su più piani.

L'icnofacies Nereites (Fig.65) è caratteristica prevalentemente delle successioni torbiditiche che si depositano al di sotto della scarpata continentale, o comunque in zone di mare assai profondo. E' rappresentata da strutture (vedi schema) particolarmente delicate e geometriche dette grafogliptidi, pre-deposizionali ossia impostatisi sul fango prima dell'evento torbiditico, dal quale vengono riempite e possono conservarsi proprio per la rapidità del processo stesso (Seilacher 50-61). In genere esse rappresentano le strutture più elevate del tier e sono dovute a pascichnia e agrichnia (Leszczynski & Seilacher,91).

L'icnofacies Scoyenia (Fig.66), infine, riguarda alcune forme tipiche di substrati induriti di ambiente fluviale o lacustre soggetti a periodiche esposizioni subaeree. Si possono rinvenireburrows tipici di firmground con superfici di omissione e non-deposizione a tracce verticali (Skolithos) o a forma di U (Rhizocorallium) (Fürsich & Mayr,81).
L'icnofacies Psilonichnus (Fig.66), infine, è dominata dalle tracce subverticali tipiche del granchio fantasma (Psilonichnus) che spesso si associano a quelle di altri vertebrati nel caratterizzare il retrospiaggia di molti ambienti carbonatici antichi (Pleistocene, Giurassico, ecc.).

Fig.64
Fig.65
Fig.66

Page ©1999 Paolo Monaco. All photos and diagrams on this page are copyrighted.
©1998-1999 laboratory of Perugia University
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